Arte, religione ed ingegno venezuelano
di Mikela Policastro
ROMA - Dopo quel 18 novembre del 1709 non è mai stato un momento emozionante, trascendentale ed importante nella vita di un zuliano, come quello vissuto per chi ebbe l’opportunità di ascoltare le grida di quella umile lavandaia, che annunciava pubblicamente un miracolo a casa sua, nella piccola ed umile casa al civico n°5 del “Saladillo”.
La tradizione narra che, sulle rive del Lago di Maracaibo, una donna trovò una tavola che portò a casa sua. Trascorsi alcuni giorni, sulla superficie di questa piccola tavola apparve l'immagine della Madonna di Chiquinquirá. La donna raccontò questa storia alla gente del luogo che cominciò a venerare questa icona della Vergine.
Il volto indiano della Madonnina è, la espressione delle nostre tradizioni, e del nostro sentimento autoctono, che ci ricorda il nostro essere originari di una terra ricca di una grande mescolanza di etnie.
Cosa possono avere in comune quell’umile lavandaia ed un Trujillano a Roma?
Ebbene sì, a Roma abbiamo il nostro amico Efraim Perozo un trujillano, uno dei “figli di Maria” così come l’ho ribattezzato.
Efraim fa tutt’altro mestiere, ma ora si sta dedicando alla elaborazione della pala d’altare ovvero “il Retablo” della nostra Madonna della Chinita a Roma.
Di sicuro non avrà dipinto gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo, e non avrà l’ingegno di un Leonardo da Vinci e nemmeno il talento per la scultura di un Bernini, ma ha “l’ingegno venezuelano” che come direbbe un “maracucho” è un "vergatario" mettendo tutta la passione, la sua buona volontà, l’energia e tanta fantasia, ci donerà per questa Festa di sicuro l’emozioni per riscoprire la religione, l’arte e la personalità che rispecchia un venezuelano all'estero che non abbandona mai le sue radici.
Quindi se volete scoprire il risultato finale i colori, le stesse dimensioni 26 x 25 e la rustica apparenza, alla replica che ci donerà il nostro artista ed amico Efraim, vi aspettiamo domenica 15 novembre 2015 nella nostra Feria della Chinita.
La tradizione narra che, sulle rive del Lago di Maracaibo, una donna trovò una tavola che portò a casa sua. Trascorsi alcuni giorni, sulla superficie di questa piccola tavola apparve l'immagine della Madonna di Chiquinquirá. La donna raccontò questa storia alla gente del luogo che cominciò a venerare questa icona della Vergine.
Il volto indiano della Madonnina è, la espressione delle nostre tradizioni, e del nostro sentimento autoctono, che ci ricorda il nostro essere originari di una terra ricca di una grande mescolanza di etnie.
Cosa possono avere in comune quell’umile lavandaia ed un Trujillano a Roma?
Ebbene sì, a Roma abbiamo il nostro amico Efraim Perozo un trujillano, uno dei “figli di Maria” così come l’ho ribattezzato.
Efraim fa tutt’altro mestiere, ma ora si sta dedicando alla elaborazione della pala d’altare ovvero “il Retablo” della nostra Madonna della Chinita a Roma.
Di sicuro non avrà dipinto gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo, e non avrà l’ingegno di un Leonardo da Vinci e nemmeno il talento per la scultura di un Bernini, ma ha “l’ingegno venezuelano” che come direbbe un “maracucho” è un "vergatario" mettendo tutta la passione, la sua buona volontà, l’energia e tanta fantasia, ci donerà per questa Festa di sicuro l’emozioni per riscoprire la religione, l’arte e la personalità che rispecchia un venezuelano all'estero che non abbandona mai le sue radici.
Quindi se volete scoprire il risultato finale i colori, le stesse dimensioni 26 x 25 e la rustica apparenza, alla replica che ci donerà il nostro artista ed amico Efraim, vi aspettiamo domenica 15 novembre 2015 nella nostra Feria della Chinita.