di Mikela Policastro
Un miracolo venezuelano ROMA - Come ricorderete il venerdì 13 gennaio 2012 alle 21:45:05 alla nave da crociera al comando di Francesco Schettino è avvenuto il naufragio della Costa Concordia, salpata dal porto di Civitavecchia con 4 229 persone a bordo (3 216 passeggeri e 1 013 membri dell'equipaggio).
La Costa Concordia avrebbe dovuto successivamente fare scalo nei porti di Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, per poi far ritorno a Civitavecchia.
Nelle acque dell'Isola del Giglio ha urtato uno scoglio riportando l'apertura di una falla lunga circa 70 metri sul lato sinistro dell'opera viva. L'impatto ha provocato la brusca interruzione della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto.
La nota curiosa che a bordo della nave erano presenti 5 venezuelani tra le 4 229 persone, di cui 1 013 membri dell'equipaggio (77 membri del personale di coperta, 58 del personale di macchina e 878 del personale alberghiero ed addetto ai servizi) e 3 216 passeggeri, le cui nazionalità erano così distribuite[1]
Per fortuna i 5 venezuelani non sono nella lista delle vittime e sono sopravvissuti, tra loro c’era Isabel Rada, professoressa e ricercatrice dell’Istituto di Scienze penali e criminalistiche dell’Università di Carabobo in viaggio con un’altra venezuelana; Egly Cabrera, di quella notte terribile e dolorosa ricorda come all’ora di cena i piatti iniziarono a cadere e nella grande sala si sentì un gran rumore.
A bordo c’era anche Edgar Rios, venezuelano residente in Spagna che viaggiava con la madre e il compagno di questa, che ha dichiarato non gli è mai stato detto niente di quello che stava succedendo. In Venezuela denuncia Rios, “nonostante tutti i problemi che abbiamo c’è un po’ più di coordinamento al momento di una qualsiasi emergenza”.
il 23 luglio 2014 L'Isola del Giglio saluta il relitto della Concordia due anni e mezzo dopo la tragica notte, ed è arrivata a Genova per essere successivamente demolita.
La Costa Concordia avrebbe dovuto successivamente fare scalo nei porti di Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, per poi far ritorno a Civitavecchia.
Nelle acque dell'Isola del Giglio ha urtato uno scoglio riportando l'apertura di una falla lunga circa 70 metri sul lato sinistro dell'opera viva. L'impatto ha provocato la brusca interruzione della crociera, un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto.
La nota curiosa che a bordo della nave erano presenti 5 venezuelani tra le 4 229 persone, di cui 1 013 membri dell'equipaggio (77 membri del personale di coperta, 58 del personale di macchina e 878 del personale alberghiero ed addetto ai servizi) e 3 216 passeggeri, le cui nazionalità erano così distribuite[1]
Per fortuna i 5 venezuelani non sono nella lista delle vittime e sono sopravvissuti, tra loro c’era Isabel Rada, professoressa e ricercatrice dell’Istituto di Scienze penali e criminalistiche dell’Università di Carabobo in viaggio con un’altra venezuelana; Egly Cabrera, di quella notte terribile e dolorosa ricorda come all’ora di cena i piatti iniziarono a cadere e nella grande sala si sentì un gran rumore.
A bordo c’era anche Edgar Rios, venezuelano residente in Spagna che viaggiava con la madre e il compagno di questa, che ha dichiarato non gli è mai stato detto niente di quello che stava succedendo. In Venezuela denuncia Rios, “nonostante tutti i problemi che abbiamo c’è un po’ più di coordinamento al momento di una qualsiasi emergenza”.
il 23 luglio 2014 L'Isola del Giglio saluta il relitto della Concordia due anni e mezzo dopo la tragica notte, ed è arrivata a Genova per essere successivamente demolita.